ARISTOTELE

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La vita

Aristotele, considerato il maggiore dei filosofi greci, è stato un "genio" della filosofia, anche se tale primato potrebbe essere messo in discussione da un nome altrettanto mondiale: il suo maestro, Platone. Tutta la storia della filosofia risuona di questi due grandi nomi; infatti ogni filosofo, in base alla sua forma di pensiero, viene definito platonico o aristotelico.

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Raffaello Sanzio - Platone e Aristotele
(particolare dal dipinto "La scuola di Atene")

Aristotele nacque a Stagira nel 384 a.C. e morì a Calcide nel 322 a. C.
L’avvenimento decisivo della sua vita fu il suo trasferimento ad Atene, dopo la morte del padre Nicomaco, medico e amico del re di Macedonia Aminta II.
Ad Atene, infatti, egli si iscrisse all’Accademia di Platone. Era solo diciottenne ma fu considerato dal suo maestro Platone, che allora era il massimo esponente della filosofia, un genio, tanto che gli attribuì il nome di "Nous" ossia intelligenza.

Egli rimase nell’Accademia fino alla morte del maestro, cioè vent’anni, e in questo arco di tempo lavorò anche per conto suo perché non andava del tutto d’accordo col maestro: già da qui viene rilevata la grandiosità di Aristotele che, nonostante fosse dinanzi ad una figura così importante come Platone, si poteva permettere di avere un pensiero proprio e diverso.

Morto il suo maestro, diresse ad Asso, nella Troade, una comunità di platonici, che ebbe grande influenza sul governo della città; dopo un paio d’anni a Mitilene, fu chiamato alla corte di Filippo di Macedonia e vi esercitò l’ufficio di precettore di Alessandro Magno.
Salito questi al trono tornò ad Atene e vi fondò nel 335-334 a. C. una scuola che dalla sua sede, il recinto sacro di Apollo Liceo, trasse il nome di Liceo, mentre dal fatto che Aristotele vi teneva le sue lezioni passeggiando con gli allievi, trasse quello di Scuola Peripatetica.
Dopo circa dodici anni di direzione della scuola, morto Alessandro, prevalse ad Atene il partito anti-macedonico: Aristotele fu accusato di irreligiosità e di empietà e dovette fuggire dal processo e riparare a Calcide nell’Eubea, dove morì un anno dopo per una malattia di stomaco.

Delle opere scritte da Aristotele per la pubblicazione (opere essoteriche) ci restano pochi frammenti, mentre possediamo quasi per intero i corsi di lezione al liceo (opere acroamatiche).
I corsi del liceo erano destinati solo a persone in grado di comprendere le forme più segrete e misteriose di ogni dottrina.
Dal liceo uscirono opere di logica, il trattato Metafisica, opere di scienza della natura (Fisica, sui fenomeni della natura e la loro interpretazione), un gruppo di scritti sugli animali, opere morali e di etica, opere di retorica (ossia dell'arte del parlare e dello scrivere, consistente nel sapere esporre con eleganza le proprie idee, disponendole secondo schemi logici), opere di politica (ossia dell’arte del governare lo stato), opere di poetica (ossia dell’arte e delle regole di scrivere in versi).

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Approfondimenti

Il pensiero di Aristotele è profondo e complesso. Tuttavia è possibile evidenziarne alcuni tratti fondamentali:

Per Aristotele, la forma è ciò che determina l'essere e ne costituisce l'essenza, mentre la materia è ciò che viene determinato. Ogni individuo è quindi costituito da una materia e da una forma.
Il rapporto materia-forma serve a spiegare non solo la struttura della sostanza, ma anche quella del movimento e del divenire. Infatti la materia è l'«essere in potenza», che diviene «essere in atto» dopo aver ricevuto la forma.

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