Luigi XVI
(Versailles 1754 - Parigi 1793),
Luigi XVI |
Re di Francia (1774-1791), poi re dei Francesi
(1791-1792), era figlio del Delfino Luigi e di Maria Giuseppina di Sassonia. Succedette al nonno Luigi XV (10 maggio 1774), quattro anni dopo il suo matrimonio con Maria Antonietta, figlia dell'imperatore Francesco I e di Maria Teresa d'Austria. Sinceramente preoccupato del benessere dei suoi sudditi, Luigi XVI si circondò, in un primo tempo, di ministri che attuarono riforme umanitarie, come l'abolizione della tortura e la restituzione d'uno stato civile ai protestanti. |
Poco dopo l'avvento al trono nominò ministro di Stato e capo del consiglio delle finanze il conte di Maurepas, il quale scelse, è vero, ottimi ministri ma restaurò anche i parlamenti, i quali ripresero la loro sistematica opposizione all'autorità monarchica.
Contro tale opposizione Luigi XVI sostenne, dapprima, il controllore generale Turgot, il quale operò riforme tali da compromettere l'apparato dirigenziale del regno, per cui dopo due anni (1776) lo sacrificò alle molte proteste, e a quella carica chiamò nel 1777, il ricco e popolare banchiere ginevrino Necker, che in un primo momento incontrò il favore dell'opinone pubblica.
Anche Necker, però, subì la sorte di Turgot.
Turgot |
Necker |
Un intrigo di corte impose poi il controllore generale Calonne, che, non sostenuto dal re, fu costretto a ritirarsi. Lo sostituì Loménie de Brienne, che inasprì l'opposizione dei privilegiati.
Isolato, il sovrano dovette richiamare Necker (agosto 1788), dopo aver promesso la convocazione degli Stati Generali per il 1° maggio 1789.
Con la riunione degli Stati Generali (Versailles, 5 maggio 1789) ebbe praticamente inizio la Rivoluzione, e Luigi XVI fu travolto dai tragici sviluppi degli avvenimenti che non aveva saputo prevedere.
Il rifiuto di sanzionare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e i decreti dell'Assemblea che abolivano il regime feudale sollevò contro la corte i Parigini affamati, e il sovrano fu costretto a stabilirsi da Versailles a Parigi.
Accettò poi il piano, ideato dalla cerchia di amici di Maria Antonietta, di fuggire con la famiglia verso Metz per rifugiarsi presso le truppe, ritenute fedeli, del marchese di Bouillé (notte fra il 20 e il 21 giugno 1791); ma, riconosciuto e arrestato a Varennes, dovette tornare a Parigi, definitivamente screditato.
Il 21 gennaio 1793 Luigi XVI, che durante il processo aveva impressionato i giudici per il comportamento dignitoso più che per le sistematiche negazioni, salì coraggiosamente al patibolo. La sua morte fu di pretesto alla prima coalizione contro la Francia.