Jean Jacques Rousseau

wpe1B.jpg (17959 byte) Filosofo e pedagogista svizzero di lingua francese (Ginevra 1712 - Ermènon-ville, Oise, 1778).

Dopo una giovinezza inquietante e disordinata, si trasferì a Parigi dove entrò in rapporto con Diderot e i Philosophes e su loro invito scrisse per l'Encyclopedie gli articoli di argomento musicale.

L'amicizia di Diderot stimolò il suo pensiero alla meditazione filosofica e nel 1750, su un tema proposto dall'Accademia di Digione, scrisse il Discorso sulle scienze e le arti, che lo rese improvvisamente celebre.

Nel 1754, in occasione di un viaggio a Ginevra, riprese a professare pubblicamente la fede calvinista, dando anche a questo gesto il valore di un ritorno alle origini dopo gli sbandamenti della giovinezza.

 

Nel 1755 il Discorso sull'origine della disuguaglianza fra gli uomini rinnovò almeno in parte il successo di quello sul progresso delle scienze e delle arti e può essere considerato la premessa agli scritti fondamentali della maturità, quali la Lettera a d'Alembert sugli spettacoli (1758) e i suoi tre capolavori: Giulia o La Nuova Eloisa (1761), Il contratto sociale (1762) e l'Emilio o dell'Educazione (1762) contenente una visione pedagogica, aperta e illuminata che tiene conto della personalità individuale.

L'Emilio gli procurò le ire dei benpensanti e fu condannato dalle autorità civili e da quelle ecclesiastiche, sia a Parigi sia a Ginevra.

Portò quindi a termine le Confessioni che, tuttavia, contenevano troppe indiscrezioni e allusioni imbarazzanti od offensive a personaggi ancora viventi. L'autore dovette affrontare, ormai vecchio e stanco, una nuova ondata di ostilità.

Scrisse ancora due opere, che uscirono postume: i Tre dialoghi (Rousseau giudice di Jean-Jacques) [1789] e le Meditazioni del passeggiatore solitario (1782).

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